Lunedì 17 Aprile conferenza stampa di presentazione dei risultati del progetto Sea Forest Life sulle praterie sommerse del Mediterraneo che si terrà a Porto Torres presso la sede del Parco Nazionale dell’Asinara in via Ponte Romano n. 81. Saranno presenti diversi rappresentanti istituzionali tra cui i Direttori dei tre Parchi Nazionali coinvolti nel progetto, Asinara, La Maddalena e Cilento.
Sea Forest LIFE (LIFE17 CCM/IT/000121) è un progetto finanziato nell’ambito del programma LIFE della Comunità europea nella priorità tematica mitigazione dei cambiamenti climatici. Il progetto è coordinato da DREAm con i seguenti partner: Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), l’Istituto per lo studio degli Impatti Antropici e la Sostenibilità in ambiente marino (IAS-CNR), Università della Tuscia, Carbonsink, Parco Nazionale dell’Asinara, Parco Nazionale Arcipelago della Maddalena e Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
SeaForest LIFE mira a preservare i serbatoi di carbonio delle praterie di Posidonia oceanica attraverso la riduzione dell’erosione e il successivo consolidamento delle stesse. I posidonieti contribuiscono significativamente all’ossigenazione delle acque (1 m2 di prateria può produrre giornalmente da 4 a 20 litri di ossigeno) e alla produzione di sostanza organica (1 ettaro di prateria ne produce circa 20 tonnellate in un anno), fonte di cibo per numerosi organismi e punto di partenza di una complessa rete trofica. Questa elevata produttività primaria, oltre ad avere come effetto la concentrazione di una fauna molto variegata, spesso di interesse economico per la zona del litorale in cui si trova, consente ai posidonieti di sequestrare grandi quantità di carbonio chiamato “blue carbon” e quindi di sottrarre grandi quantità di anidride carbonica dall’atmosfera.
Gli ecosistemi blue carbon, tra cui le praterie di fanerogame, possono quindi aiutare a ridurre i rischi e gli impatti dovuti al cambiamento climatico, immagazzinando oltre il 10% del carbonio sepolto nei sedimenti marini.
Il progetto SEAFOREST propone un meccanismo semplice che si sta applicando nelle aree marine dei tre parchi nazionali, per ridurre le emissioni di gas serra derivanti dall’ancoraggio irregolare delle barche da diporto. La Pressione degli ancoraggi sulle tre aree di progetto considerando 3 anni (2017-2019-2021) e i mesi con maggiore frequentazione (da giugno a settembre) è pari a 241.455 imbarcazioni di cui il 45% ancora su P. oceanica. Le attività necessarie per la riduzione delle emissioni ai fini dell’aumento del potenziale di mitigazione dei cambiamenti climatici nelle tre aree di progetto fanno riferimento alla realizzazione di:
– Piano di Gestione degli ormeggi: questa azione definisce un modello di pianificazione dell’uso degli ormeggi e delle aree di ancoraggio libero e implementa lo strumento di pianificazione in una piattaforma informatica di gestione attraverso l’uso di un app. Per ciascuna area di progetto è stato sviluppato un piano di gestione degli ormeggi.
– Installazione di ormeggi sostenibili: questa azione ha lo scopo di realizzare delle aree di ormeggio (campi d’ormeggio) nelle zone dove il Piano di gestione non prevede l’ancoraggio libero e comunque a tutela di aree particolarmente sensibili e caratterizzate, al contempo, da una pressione antropica generata dalla frequentazione di natanti nella stagione estiva.
L’applicazione di questi due strumenti e l’adozione di un piano di monitoraggio che tenga conto del numero di nuovi ormeggi sostenibili installati e la quantificazione delle imbarcazioni che non ancorano più sul posidonieto danneggiandolo, ma utilizzano le boe di ormeggio prenotandole attraverso l’APP Blue-discovery permetterà di raggiungere una riduzione delle emissioni di gas
serra pari a circa 6.000 tonnellate di CO2 in 10 anni. Nello specifico il progetto SEAFOREST attraverso una stima ex-ante prevede che le emissioni diminuiscano del 40% i primi due anni, del 50% il terzo e quarto anno, del 60% il quinto e sesto anno, del 70% il settimo e l’ottavo anno, dell’80% il nono e decimo anno. Oltre alla corretta gestione della pressione turistica determinata dai diportisti, il progetto prevede anche azioni concrete di riforestazione di piccole aree degradate dei posidonieti attraverso “ricuciture” che prevedono il riutilizzo di semi e germogli spiaggiati. Tutti questi interventi contribuiranno direttamente e indirettamente alla tutela di queste praterie sommerse e al recupero dei servizi ecosistemiciforniti.