Domenica 28 Maggio, aggiornato alle 8:22

L’Architetto Tore Frulio sul Campanile della Cattedrale, 32 anni dopo: C’è bisogno di un intervento di restauro conservativo. A breve incontro col Sindaco Conoci

L’Architetto Tore Frulio sul Campanile della Cattedrale, 32 anni dopo: C’è bisogno di un intervento di restauro conservativo. A breve incontro col Sindaco Conoci

Questa mattina l’Architetto Tore Frulio è stato notato all’interno, sulla sommità, del Campanile della Cattedrale di Santa Maria ad Alghero. La sua presenza non è passata inosservata, soprattutto in considerazione del fatto che  da tempo sostiene che il campanile ha necessità di interventi manutentivi.
Non potevamo non sentire il professionista che si è reso disponibile solo per ammettere che effettivamente “c’è qualche elemento di preoccupazione. Usa una metafora: E’ come dire che un medico stia visitando un paziente operato una trentina di anni prima”.
L’architetto Frulio ha effettuato minuziosamente un sopralluogo, ricavandone anche una documentazione fotografica e ammette che a breve avrà un incontro con il sindaco di Alghero Mario Conoci, dimostratosi sensibile alla problematica.
Giova ricordare che Tore Frulio  ha fatto anche una PEC all’Assessore Lavori Pubblici Antonello Peru, per informarlo sullo stato del campanile.
Si intuisce che dopo 32 anni, ha necessità di un intervento di restauro conservativo. Una forma di manutenzione straordinaria che è necessaria e oggi alla luce delle norme emanate dal Governo Nazionale, sarebbe addirittura possibile, nel volgere di poco tempo,  richiamare lo stesso progettista,  la stessa impresa tuttora operativa, per manutenere le strutture in metallo che come si capisce dev’essere monitorata e manutenuta. Dopo 32 anni dall’intervento, è quasi un obbligo.
L’Architetto Frulio venne ingaggiato nell’operazione di restauro dall’Amministrazione guidata dall’allora Sindaco Giuseppe Giorico che quasi lo sfidò, gli diede piena fiducia nell’incarico.
Allora collaborava con la facoltà di Architettura di Firenze, e tutto andò davvero bene, nel progetto e nel cantiere da lui diretto, con la stretta collaborazione del prof. Giacomo Tempesta luminare di statica dell’Ateneo Fiorentino.
L’obiettivo fu raggiunto, ovvero di rendere il campanile sano e visitabile, sino alla cuspide, un autentico gioiello di architettura gotico-catalana.
Ad Alghero operò l’impresa Buccellato di Cagliari con grande serietà e capacità.
Il tocco finale, si ricorda,  furono le bellissime maioliche policrome blu, fatte produrre su misura a Castelló de la Plana ( València ) dopo aver ritrovato il motivo originario rinascimentale nascosto tra intonaci e calcinacci. Quando il nuovo vescovo mons. Antonio Vacca arrivò nel maggio del 1993 in Città, trovò il suo simbolo in perfetta forma.
Questa è storia, consegnata agli archivi, la realtà di oggi è altra con una priorità assoluta e improcrastibabile: intervenire quanto prima.

 


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