Il settore giovanile è un po la stella polare per ogni società di calcio. E’ il serbatoio naturale, di quelli che arrivano, crescono e si impongono. Si chiamava vivaio, termine mutuato dalla natura, a testimoniare che era il frutto della coltivazione di giovani talenti, fatti crescer in casa, seguiti e coccolati, poi pronti al grande salto nella prima squadra. Poi come tutte le società i progetti diventano altri, i risultati impongono scelte obbligate, gli allenatori pure, puntano sempre sul prodotto finito e affidabile, il giovane rimane sempre una ruota di scorta. E il calcio e le sue promesse, i settori giovanili, sono ormai da una vita, sempre al centro dei pensieri delle società, una grande foglia di fico, che puntualmente, alla prova dei fatti si disattende. Il calcio ancora e ulteriormente non ha tempo di aspettare, il calcio corre, come sempre, e i ritmi vertiginosi travolgono anche i progetti. Si pensi a una squadra che deve vincere, oppure a quella che punta alla salvezza, di tutto c’è bisogno, men che di giovani che devono “maturare”.
Ma non sempre la storia è quella descritta. Talvolta è il caso che si presenta a rendere conto, e da questo nascono progetti interessanti, proprio per caso.
In questi giorni si è fatto un gran parlar del Treselighes la squadra di Villassunta, borgata del Comune di Sassari contigua all’agro algherese dove molti giovani forniscono le loro prestazioni calcistiche.
Nelle ultime giornate sta facendo parlare di sé perché in campo sta schierando un folto gruppo di Under 19. Le note vicende del Treselighes che sono note a tutti, nel campionato di prima categoria ha annaspato non poco, colpa di una campagna acquisti non centrata e soprattutto per colpa di vicissitudini tecniche che non sono riuscite a dare a questa squadra la giusta personalità e l’approccio corretto per disputare un buon campionato campionato e puntare senza patemi alla salvezza.
Oggi questa squadra è impelagata nella bassa classifica a rischio retrocessione, e allora rotti gli indugi, perso l’allenatore iniziale, perso il suo successore, oggi la squadra è gestita dagli anziani questa squadra dove anche i dirigenti sono impegnati in un percorso, che si capisce, ha del miracoloso. Si tenta, eventualmente e disperatamente a una salvezza, impresa ardua che comunque si sta tentando
Antonio Baldino uno di quelli che convintamente da dirigente è oltremodo soddisfatto per quanto in quest’ultimo periodo si sta facendo con questi ragazzi.
L’obiettivo di inizio stagione, ci dice Antonio Baldino era la crescita dei nostri ragazzi e abbiamo fatto di necessità virtù, dopo alcune defezioni importanti avvenute a gennaio. Non è un caso che abbiamo conseguito due pareggi in altrettante ultime partite, fra le quali ricordiamo quella giocata contro una squadra titolatissima che punta la vittoria del campionato.
Ma mancano tre partite cosa vi aspettate?
Da due settimane, nel dialogo con i ragazzi abbiamo chiesto di dare il massimo in questo scorcio di campionato e di cercare di prendere il massimo possibile. Bisogna credere in questi ragazzi e dar loro fiducia perché il percorso di crescita è quello giusto, che li porterà ad essere giocoforza i giocatori di domani, quelli che occuperanno in pianta stabile ruoli importanti nella prima squadra. Ma chi sono questi giovani interessanti della vostra squadra?, chiediamo
Giovani interessanti ci sono, purtroppo dovevamo credere in una svolta e puntare sin dal mese di gennaio su questi giovani, creder loro e dar fiducia al 100% purtroppo abbiamo fatto scelte che oggi certificano di non aver fatto proprio bene. i nomi? Mi preme ringraziare le chiocce di questa squadra, Salaris, Carta ,Canessa, poi sui 18 ragazzi Under posso solo dire che ci sono 6-7 componenti davvero interessanti”.
Come si vede il dirigente non fa nomi per evitare di stilare una graduatoria che forse darebbe merito a qualcuno ma toglierebbe qualcosa a qualcun altro, e nel gioco degli equilibri Antonio Baldino, uno che di calcio ne capisce, si tiene per sé la scala di valori.
“Rimango dell’idea -conclude il dirigente- che bisogna avere il coraggio di schierare i giovani che sono comunque il futuro di una società sui giovani bisogna crederci, parlar loro, condividere persino i percorsi e immedesimarsi anche in quelle che sono le difficoltà che loro incontrano, poi bisogna avere il coraggio di aspettare, perché nel giro di qualche anno maturando esperienza sul campo, si possono certamente raccogliere i frutti”.
Un discorso interessante indubbio, che può andar bene con una società che guarda al futuro con occhio attento e vigile soprattutto sul bilancio, e qui che ancora si coglie l’attimo romantico di Antonio Baldino, di un cultore del calcio, uno che lo ama e che ( purtroppo ) lo porta a sognare. Perché il sogno già domenica riporta a una cruda realtà, quando di fronte, sul campo di Treselighes scenderà la corazzata Asd Alghero, la capolista del campionato, una macchina da gol che almeno in questa circostanza non può guardare ai sentimenti, si deve vincere per vincere il campionato, e forse per il Treselighes i complimenti e le pacche sule spalle saranno magra consolazione. Ma sarà un derby di altissimo livello agonistico, e alla fine a vincere sarà il fair play, qualunque sarà il risultato.