Sabato 3 Giugno, aggiornato alle 0:14

Sul salario minimo è scontro- La Schlein: non parlate mai di precarietà e lavoro povero”. La Premier Meloni:”non è la soluzione”.

Sul salario minimo è scontro-  La Schlein: non parlate mai di precarietà e lavoro povero”. La Premier Meloni:”non è la soluzione”.

l primo scontro è sul salario minimo, e si gioca, nell’aula della Camera, è il primo duello parlamentare tra Elly Schlein e Giorgia Meloni. “Signora presidente – esordisce, usando il femminile, la segretaria del Pd nel corso del primo question time della premier – c’è un dramma di questo Paese di cui non vi sentiamo parlare mai: la precarietà e il lavoro povero

“Il salario minimo non è la soluzione e il suo partito ha reso più povero il Paese”, dice la Meloni, che in un primo momento sembra non voler neppure concedere l’onore della citazione: “Gli interroganti”, dice, per poi aggiungere “Schlein e altri”. La leader del Pd le ricorda che “il Pd ha provato ad approvarlo il salario minimo”, quando era al governo con Draghi “ma i suoi alleati della Lega l’hanno affossato. Ora è lei al governo, e io all’opposizione, deve dare risposte”, aggiunge.

Schlein sceglie di attorniarsi da Serracchiani e Gribaudo, donne forti del partito. Vicino a Meloni ci sono i vicepremier Salvini e Tajani.

Schlein, l’interrogante, chiede l’introduzione del salario minimo e il congedo paritario di 3 mesi. Meloni chiude sul primo punto (ma ho un approccio pragmatico, non ideologico”, dice, mentre lascia un piccolo spiraglio per il secondo. In fondo anche il governo di destra-centro ha introdotto un limitato congedo paritario. “Con le risorse che avevamo”, sembra quasi scusarsi Meloni..

Gli animi si infiammano quando dal terreno delle proposte si passa a quello del consenso. Meloni sceglie il registro dell’ironia. “Apprezzo la sincerità dell’onorevole interrogante”, dice ricordando che la stessa Schlein ha detto che “l’Italia è l’unico Paese Ocse in cui il salario annuale sia diminuito”. E’ accaduto durante il governo del Pd con Draghi. In sostanza, per Meloni “il salario minimo legale rischierebbe di peggiorare la condizione dei lavoratori”, dice, “molto meglio – aggiunge – estendere la contrattazione collettiva anche nei settori dove non è prevista e tagliare le tasse sul lavoro e lavorare per combattere le discriminazioni e le irregolarità”.

Una soluzione, quella proposta da Meloni, che anche la sinistra ha accarezzato all’epoca in cui proponeva il taglio del cuneo fiscale. Schlein non ci sta a prendere la lezione dalla rivale. “Lei è in carica da soli cinque mesi ma state già andando in direzione opposta e sbagliata. Il vostro governo si risolve in tre parole: incapacità, approssimazione e insensibilità”, dice, con una concessione alla propaganda. (Fonte Agenzia Dire.it)

Insomma alla prima vera occasione, si vede la nuova linea politica che ha in mente la Schlein, e la mette subito in atto. Si vuole stanare il governo in carica, per saggiare la sua sensibilità verso chi lavora, verso chi sul libero mercato si trova a non avere garanzie minime, oltre la soglia del quale veramente non si può parlare di civiltà. La garanzia per chi lavora, con regole certe e uguali per tutti, non possono essere “regali” dove si ipotizza sia destabilizzante per il mondo produttivo, perché di fatto si sta affermando che da una parte si tutela solo chi fa impresa. Ma non può meravigliare, anzi non dove. E’ in linea con il pensiero di destra. E allora ben venga questo modo di approcciarsi, di dibattere e confrontarsi, dove emerge in tutta chiarezza da che parte sta, oggi, chi Governa, e chi tutela, e dove sta chi si oppone e chi vorrebbe fosse tutelato. E siamo solo agli inizi di un lungo confronto, dove la leadership è tenuta, non a caso, da due donne.


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