Sabato 3 Giugno, aggiornato alle 0:14

LIFE Safe for Vultures, entra nel vivo il ripopolamento nel Sud Sardegna: 12 giovani grifoni sonoarivati dalla Spagna

LIFE Safe for Vultures, entra nel vivo il ripopolamento nel Sud Sardegna: 12 giovani grifoni sonoarivati dalla Spagna

Giovani, sani, forti e coraggiosi, ma inesperti. Sono i 12 grifoni sbarcati a Porto Torres per diventare i protagonisti di LIFE Safe for Vultures – LIFE19 NAT/IT/000732, il progetto finanziato nell’ambito del Programma per l’ambiente e l’azione per il clima Life 2014-2020 con l’obiettivo di assicurare la sopravvivenza a lungo termine della popolazione di grifone in Sardegna, espandendo il suo areale di distribuzione, aumentandone la capacità portante e prevenendo le principali minacce come l’avvelenamento e l’interazione con le infrastrutture energetiche. Gli esemplari, trovati in difficoltà in natura e poi totalmente riabilitati in centri di recupero per la fauna selvatica, parteciperanno al piano di ripopolamento per favorire il ritorno dei grifoni nel Sud Sardegna, in un’areale in cui storicamente hanno avuto casa e svolgevano importanti funzioni ecosistemiche per gli allevamenti estensivi, estinguendosi nel secondo dopoguerra per una serie di concause.

Partiti per l’isola dal porto di Barcellona, i grifoni sono stati presi in consegna dall’Agenzia regionale Forestas, partner del progetto di cui è capofila il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari e al quale partecipano anche il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna, E-Distribuzione e la Vulture Conservation Foundation (VCF). Il personale veterinario del Centro di recupero della fauna selvatica (CARFS) di Bonassai-Olmedo, ha provveduto all‘accoglienza e al trasporto nelle voliere di “quarantena”, che li ospiteranno prima del trasferimento nella voliera di acclimatamento realizzata nel territorio di Villasalto nel Gerrei. L’equipe coordinata dal veterinario Marco Muzzeddu ha sottoposto gli esemplari spagnoli ad accurate visite mediche e a scrupolosi controlli sanitari. In attesa che gli esiti delle analisi del sangue confermino un buono stato di salute, i grifoni sono stati inanellati con un anello metallico e un anello colorato che ne consentiranno l’identificazione a distanza. Si è poi provveduto a verificare con la scansione del microchip che gli animali arrivati dalla Spagna fossero quelli previsti e già schedati. I veterinari di Forestas e dell’Università si sono occupati, più in generale, di controllare lo stato di salute degli animali in seguito ai potenziali stress del viaggio, ma anche di acquisire dati che potranno tornare utili anche in seguito, dal peso ad altre misurazioni.

I 12 grifoni, che presto potrebbero diventare un nucleo che abiterà i cieli meridionali dell’isola, sono 4 maschi e 8 femmine. Sono tutti immaturi con la sola eccezione di un maschio adulto. Il ricovero fa generalmente seguito a incidenti di varia natura dettati da inesperienza e disorientamento, gli esemplari sono stati curati e riabilitati nel centro Amus di Villafranca de los Barros, in provincia di Badajoz, nella comunità autonoma dell’Estremadura e nel centro Los Hornos di Sierra de Fuentes, in provincia di Cáceres, sempre nell’Estremadura. Dei contatti con questi due importanti centri, così come di quelli con cui esistono stabili rapporti di collaborazione e scambi in Germania, Olanda, Turchia e in altri Paesi, si è occupata la Vcf, organizzazione non governativa impegnata nella conservazione delle specie di avvoltoi europei, esperta di riproduzione in cattività, reintroduzione e protezione di avvoltoi nel loro habitat naturale.

I tecnici del Centro di recupero della fauna selvatica di Bonassai si prenderanno cura degli animali durante la fase di quarantena, che dovranno necessariamente affrontare dopo aver varcato via mare i confini con la Spagna, anche per ragioni di prudenza legate alla salute pubblica. I grifoni sono stati inseriti all’interno delle voliere dove saranno alimentati e accuditi sino al momento in cui non verranno presi in carico dall’omologo centro di Monastir – coordinato dal veterinario Luciano Mandas. Assieme a lui hanno partecipato a tutte le attività anamnestiche i tecnici che poi gestiranno gli esemplari durante il soggiorno nella voliera di ambientamento realizzata da Forestas all’interno del cantiere forestale di Villasalto. È la prima completata nell’ambito di LIFE Safe for Vultures dopo quelle costruite ad Alghero, all’interno dell’oasi forestale delle Prigionette nel Parco naturale regionale di Porto Conte, e a Villanova Monteleone, nel cantiere di Monte Minerva, nel corso del progetto LIFE Under Grifon Wings, che ha permesso di moltiplicare la presenza dei grifoni nel Nord Ovest Sardegna, unica area d’Italia in cui non si è mai estinto.

«Si tratta di una voliera realizzata facendo tesoro dell’esperienza maturata nel corso degli anni e migliorata, grazie al lavoro dei tecnici e del personale Forestas, per consentire un continuo monitoraggio degli animali e contenere lo stress dovuto alla cattività», spiega il responsabile tecnico dell’Agenzia, Dionigi Secci. «La scelta dell’area di realizzazione della struttura ha comportato un attento lavoro di studio e valutazione dell’area più idonea – prosegue – che non ha trascurato la ricerca storica sulla distribuzione della specie nel Sarrabus-Gerrei e la raccolta di testimonianze dirette che attestano le principali cause della scomparsa».

Da quelle basi muove il più ambizioso progetto LIFE Safe for Vultures, che intende riportare il grifone in territori dai quali è letteralmente sparito da decenni, coinvolgendo in questo processo anche le comunità locali. Villasalto sarà dunque l’epicentro di una delle operazioni cruciali del progetto, nell’ambito del quale i partner continuano intanto a portare avanti le altre azioni con lo scopo di limitare i principali rischi.

«Finalmente arriva il primo contingente di grifoni che parteciperanno da protagonisti del progetto dopo il necessario periodo nella voliera di ambientamento», spiega Marco Muzzeddu, responsabile del CARFS di Bonassai. «Gli animali sono in buone condizioni e reattivi, li abbiamo sottoposti a un’accurata visita clinica e ai prelievi per escludere sorprese sanitarie – prosegue – se tutto va come auspichiamo, una quarantena di quindici giorni dovrebbe essere più che sufficiente al loro trasferimento a Villasalto».

Per la professoressa Fiammetta Berlinguer del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari, coordinatrice scientifica del progetto, «LIFE Safe for Vultures entra ora nel vivo, si tratta di un primo importantissimo passo, cui ne seguiranno altri nel corso del progetto, per favorire il ritorno del grifone in tutta l’isola». Nel frattempo, aggiunge, «d’intesa anche con le istituzioni, gli stakeholders pubblici e privati e i tanti soggetti che sostengono il progetto proseguiamo nell’impegno di creare le condizioni più favorevoli alla presenza dei grifoni a lungo termine e al loro benessere, condizioni dalle quali può discendere un vantaggio indotto anche per le comunità locali e per l’economia regionale».


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