Si dibatte dinanzi al Giudice di Pace di Sassari il procedimento che vede imputati tre componenti dei Comitato Punta Giglio libera, Giovanni Oliva, Tore Scala e Roberto Murru, denunciati dal Presidente della Cooperativa il Quinto elemento, nell’Aprile 2022 alla PROCURA DELLA REPUBBLICA presso il TRIBUNALE DI SASSARI per rispondere del reato di cui all’artt 110 e 637 del Codice Penale (LEGGI). Un “ingresso abusivo nel fondo altrui” che era area di cantiere a Punta Giglio, punibile con un ammenda sino a 103 Euro.
Ne rendo conto Elena Pittau Presidente del Comitato Punta Giglio Libera, che ripercorre la vicenda.
Si è tenuta venerdì 24 febbraio, presso il Giudice di Pace a Sassari, la terza udienza del procedimento scaturito dalla “denuncia-querela” presentata dal presidente della Società “Il Quinto
Elemento”, concessionaria dell’ex batteria antinave SR413 di Punta Giglio, contro l’allora presidente del Comitato “Punta Giglio Libera”, Giovanni Oliva, e contro i componenti Salvatore Scala e Roberto Murru, accusati di aver oltrepassato, il 27 giugno del 2021, i confini del “cantiere dei lavori in corso”, e denunciati penalmente per invasione di fondo altrui.
L’udienza è stata interamente dedicata all’interrogatorio del presidente della Società cooperativa che, secondo le tesi accusatorie, sarebbe stata vittima, nel 2021, del reato d’ingresso abusivo su fondo altrui, presuntivamente commesso dai tre soci del Comitato “Punta Giglio Libera”.
Il rappresentante legale della Cooperativa ha risposto alle domande del pubblico ministero e degli avvocati difensori, Elias Vacca e Andrea Devoto. L’udienza è stata poi aggiornata al 19 maggio, quando verranno sentiti i testimoni del pubblico ministero. La parola passerà quindi agli imputati e ai testimoni delle difese.
In occasione dell’udienza di venerdì scorso le Associazioni impegnate nella difesa della Zona di Protezione Speciale di Punta Giglio (Comitato Punta Giglio Libera, Italia Nostra Sardegna, LIPU Sardegna, Assemblea Natzionale Sarda, Caminera Noa, Comitato Parco Nord Ovest Sardegna, Earth Gardeners Sassari, Sa domo de Totus, Sardenya i Llibertat Alghero, Siamo Tuttimportanti Sassari) hanno diffuso fra i loro sostenitori un’articolata nota, in cui, dopo aver precisato di non volersi soffermare sui dettagli di una querela inconsistente (“sarà il Giudice di Pace a valutare circostanze, motivazioni e intenzioni di accusatori e accusati”), ricostruiscono il clima di profonda apprensione che agitava in quei mesi l’opinione pubblica per i concreti rischi (e il susseguirsi delle notizie) dei “danni irreparabili cui erano quotidianamente esposti sia l’area protetta di Punta Giglio, sia i beni naturalistici affidati al Parco Naturale Regionale di Porto Conte”.
In particolare, le Associazioni ambientaliste ricordano lo scalpore suscitato dallo sradicamento del boschetto di conifere e ginepri scoperto nel dicembre 2020 nel terreno circostante l’Hotel Capocaccia, nella zona di Pischina Salida, “dove il reato ambientale, tutt’ora impunito, era stato consumato in un’area visibile dalla strada asfaltata e distante in linea d’aria meno di 300 metri dalla
sede del Parco”. Sottolineano, inoltre, che la vicenda dedotta in giudizio coincideva con la “manifestazione- passeggiata per sentieri e fortini nella borgata di Maristella”, e faceva parte del “mese di mobilitazione e protesta” promosso per richiamare l’attenzione delle autorità sulle caratteristiche dei nuovi lavori per l’interramento di tre chilometri e mezzo di tubature idrico-fognarie, che, stando
agli impegni e alle promesse, dovevano consistere in un “taglio chirurgico”, e che invece si materializzavano in una pesante aggressione al sentiero originario ben testimoniata dai cumuli di
roccia calcarea, brutalmente asportata con imponenti caterpillar e poderose ruspe ben visibili anche dal sentiero.
Ma forse – osservano infine polemicamente – nessuno poteva immaginare che in cima alle preoccupazioni dei dirigenti del Parco, ancor prima della salvaguardia dei beni affidati alle loro
cure, potesse assurgere la foga di mettersi al riparo da ogni critica, arrivando a deliberare di autorizzare in via preventiva il presidente del Parco a “presentare nanti l’autorità giudiziaria – come si legge nella delibera del Consiglio direttivo del 13 maggio – denuncia-querela per i reati che verranno ravvisati nei confronti del Comitato denominato Alghero per Punta Giglio”.
chiude la nota del Comitato Punta Giglio Libera.
Nella foto d’archivio i mezzi meccanici sulla stradina per Punta Giglio