Lunedì 9 Dicembre, aggiornato alle 11:44

La sentenza del Tar per Tramariglio impone delle riflessioni

La sentenza del Tar per Tramariglio impone delle riflessioni

Considerazioni sulla sentenza del Tar per Tramariglio, sono quelle che il Comitato Punta Giglio Libera espone nella nota che di seguito riportiamo, dove si legge
“Una recente sentenza del TAR Sardegna, resa nota dall’associazione ambientalista Gr.I.G. Sardegna (LEGGI), ribadisce che le strutture dell’ex colonia penale agricola del Tramariglio hanno una propria identità ed un proprio valore storico/culturale ed architettonico. Non possono pertanto essere alterate o modificate in alcun modo, con buona pace dei mai assopiti interessi privati che
vedono ovunque, nei luoghi di pregio, case vacanza, villaggi turistici, acquafan e ruote panoramiche.
E’ una sentenza giustissima che impone un doveroso rispetto nei confronti dei segni e dei manufatti lasciati nel nostro territorio dal passaggio della Storia, dal passaggio degli uomini che
ci hanno preceduto. Uomini che hanno vissuto, lavorato e sofferto.

Ma non si può non riflettere sul fatto che un paese civile non dovrebbe aver bisogno di queste sentenze. La tutela e la severa “difesa” del nostro patrimonio storico, culturale, archeologico e architettonico dovrebbe essere un fatto scontato. E’ un imprescindibile principio sancito da leggi, dalla stessa Costituzione e da un apposito Ministero con tutti i suoi vari organi periferici. In più,  in questo caso, tutta l’area di Porto Conte ricade all’interno di un Parco Regionale che ha proprio come obiettivo primario la tutela dei beni naturali e storici del territorio.
E proprio qui, intorno a Porto Conte, abbiamo, senza dubbio per la sua estrema bellezza ambientale, uno straordinario sovrapporsi di segni lasciati dall’uomo. A iniziare dal Neolitico antico della Grotta Verde, la cui necropoli sommersa rappresenta un unicum eccezionale in ambito mediterraneo. Proprio come sta facendo Oliena con la Grotta Corbeddu, la Grotta Verde di Alghero dovrebbe assolutamente diventare Patrimonio Mondiale Unesco ed essere tutelata seriamente una volta per tutte, e non totalmente abbandonata come è oggi.
Intorno a Porto Conte la Storia ha lasciato tantissimi segni, senza soluzione di continuità. Ci sono domus de Janas praticamente abbandonate. Ci sono nuraghi semicrollati che andrebbero salvati.
C’è una necropoli punico-romana su cui, in parte, è stato costruito un albergo. C’è una bella fontana monumentale di metà settecento ricoperta dai rovi. C’è un patrimonio di archeologia militare del ‘900 con cui creare percorsi di storia recente e di memoria, ma oggi abbandonato.

Proprio in questo contesto le strutture militari della ex batteria antinave e antiaerea di Punta Giglio, costruite con una logica complessiva e ben inserite nel paesaggio naturale, sono un
interessantissimo esempio di cittadella militare autonoma, costruita prima ancora della guerra, ma pensata per difendere Alghero e Porto Conte, nel secondo conflitto mondiale, da quello che
doveva essere il grande sbarco. Il primo e decisivo sbarco degli Alleati sull’intero continente europeo (avvenuto poi, come si sa, in Sicilia).
La ex batteria di Punta Giglio è stata dichiarata dalla Soprintendenza competente per il territorio “Bene di interesse storico/culturale e archeologico”, ovvero lo stesso status degli edifici del Tramariglio. Come è stato quindi possibile che, in tempi recenti, in dispregio a tutte le norme regionali, nazionali ed europee, un bene storico inserito tra habitat naturali tutelatissimi e non antropizzati, sia potuto diventare un banale alberghetto-ristorante in mano a privati? Perché il principio della conservazione del bene storico/culturale, e quindi anche del suo valore immateriale e del suo contenuto di memoria, ribadito dal TAR per il Tramariglio, non vale per Punta Giglio?

In questi ultimi vent’anni a Porto Conte non ci sono stati solo disastri. Il recupero dell’attuale sede del Parco, al Tramariglio, è stata un’ottima operazione culturale. Giustamente il Parco, con il precedente direttore, portò avanti un eccellente recupero della memoria storica degli avvenimenti e degli episodi umani relativi alla vita della colonia penale agricola. Proprio questo deve fare un Parco: tutelare gli ambienti naturali, la flora e la fauna, ma anche la memoria della Storia, i segni lasciati dagli uomini. Anche i piccoli segni della storia locale.

A Punta Giglio, invece, si è banalizzato tutto. Ad esempio, si è creata una situazione paradossale in cui le scritte originali fasciste, come “Vincere e Vinceremo”… e i disegni militari, perfetti in un contesto museale, sono incredibilmente inseriti in un bar/ristorante. Del tutto fuori luogo. E se la Storia a Punta Giglio viene banalizzata, anche la delicata natura del luogo, che richiederebbe un numero chiuso di silenziosi visitatori, rimane esposta ad una fruizione turistica incontrollata. La domanda è, ma come è potuto accadere? La risposta scivola come un’anguilla tra le scrivanie dei tanti uffici ed enti coinvolti e tra le righe delle varie norme vigenti. Ma si può capire la risposta anche solo guardandosi attorno a Porto Conte.

Negli anni le case del Tramariglio sono state occupate da chi ci è riuscito, l’albergo di Capo Caccia è da decenni in contenzioso giudiziario, aree costiere sono diventate campeggi abusivi, persino dei fortini militari sono diventati case vacanze per qualcuno. In passato, persino una torre antibarbaresca del 1500 era diventata un locale notturno a luci rosse. Gli interessi dei privati, più o meno legittimi e più o meno legittimati, non si sopiscono mai. Nei posti belli c’è sempre qualche privato che tenta in tutti i modi di farsi la sua casetta per l’estate, il suo posticino ameno con vista mare. Nei paesi civili le regole e le leggi sono cosa seria. In Italia invece si trova spesso il modo per aggirarle. Il modo per privatizzare beni pubblici, e per giunta anche beni pubblici di dichiarato valore storico/culturale o archeologico. Vi ricordate il film Totòtruffa 62? Ma sì, il mitico film del 1961 in cui Totò vende ad un turista la Fontana di Trevi… conclude la nota del Comitato Punta Giglio Libera

foto : Immagini di Tramariglio

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