Cagliari, 01.02.2023 – Il mese di febbraio in Sardegna è un invito al viaggio, alternativo, responsabile ed ecologico, alla scoperta delle zone umide dell’isola, il world wetlands day in Sardegna l’occasione giusta.
Oltre 40 appuntamenti dal 1 al 26 febbraio 2023 nel “World Wetlands Day Sardegna” per celebrare gli stagni e lagune della Sardegna, messi insieme dalla fondazione MEDSEA nel cartellone di eventi in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide (World Wetlands Day), che ricade nel 52mo anniversario dalla convenzione RAMSAR che riconosce la rilevanza internazionale delle zone umide e identifica le aree più ricche dal punto di vista della loro biodiversità avifaunistica. Tema di quest’anno è “It’s Time to restore
Wetlands” (è arrivato il momento di ripristinare le zone umide).
“Purtroppo, nel corso dell’ultimo secolo abbiamo perso oltre il 64% delle zone umide del pianeta e relativi habitat che sono stati degradati o sono andati distrutti – spiega Manuela Puddu, referente delle zone umide per la Fondazione MEDSEA – oggi è arrivato il momento di ripristinarli. Il World Wetlands Day di quest’anno in Sardegna è una chiamata alla conoscenza, per rispettare le zone umide”. Un ruolo ecologico, quello delle zone umide, “sempre più rilevante, anche alla luce dei cambiamenti climatici che stiamo vivendo: questi bacini – continua Puddu- sono capaci di mitigare gli effetti delle emergenze climatiche: stoccano CO2 più velocemente di qualsiasi altro ecosistema e sono in grado di assorbire velocemente le acque alluvionali, più tutta una serie di altri benefici ambientali (conservano la biodiversità), economici (la pesca) e sociali (cultura della laguna, arte dell’intreccio…”.
La Sardegna, con attualmente 9 aree RAMSAR su 57 zone identificate in Italia e ben il 17% della superficie complessiva nazionale, è una delle regioni con la maggiore quantità ed estensione di questi importanti bacini, per lo più costieri (terza dopo Emilia Romagna e Toscana).
DALLA FOCE DEL RIO POSADA ALLA LAGUNA DI SANTA GILLA, PASSANDO PER LO STAGNO DI CALICH E LE ZONE UMIDE DELL’ORISTANESE: LA FESTA DELLE WETLANDS FA IL GIRO DELLA SARDEGNA
Nel Calendario del World Wetlands Day con oltre 400 eventi in tutto il mondo, la Sardegna è la regione più rappresentata con oltre 40 iniziative e 80 appuntamenti (su prenotazione, qui il calendario aggiornato) per il World Wetlands Day Sardegna. Escursioni, laboratori e incontri, organizzati da una cinquantina di associazioni, guide, enti e amministrazioni del territorio. Si trovano nell’agenda di febbraio tutte “wetlands” di rilevanza internazionale RAMSAR della Sardegna, come lo Stagno-Saline del Molentargius e la Laguna di Santa Gilla, così come i bacini dell’Oristanese (Stagno di Cabras, Laguna di Mistras, Marceddì e S’Ena Arrubia..) e l’ultimo sito RAMSAR nato alla foce del Rio Posada.
PROMUOVERE LA CULTURA DELL’AMBIENTE E I PARCHI
Non mancheranno anche gli eventi formativi: venerdì 3 febbraio, nell’edificio Sali Scelti del Parco saline Molentargius (partner dell’evento), si svolgerà il Convegno organizzato da MEDSEA e RAS – assessorato alla difesa dell’Ambiente sul tema: “I Parchi come strumento di gestione delle zone umide protette della convenzione RAMSAR”, con la partecipazione dei parchi del Tepilora, Porto Conte, Delta del Po Veneto, ISPRA, Città Metropolitana di Cagliari e i comuni del Contratto di Costa delle Zone Umido Costiere
dell’Oristanese.
Dal 2 al 28 febbraio visita alla mostra sull’inquinamento marino da plastica e microplastiche, a cura del Comune di Oristano, Ceas Aristanis e Lipu Oristano (Spazio Giovani via Morosini, snc – Localita’ Sa Rodia Oristano).
MEDSEA Foundation
La Fondazione MEDSEA, con base a Cagliari, lavora per la tutela degli ecosistemi marini e costieri del Mediterraneo e la protezione del patrimonio culturale. Dal 2015 si occupa di numerosi progetti di salvaguardia delle zone umide costiere e riduzione della plastica monouso, tra cui Maristanis e Plastic Free Med, porta avanti dei laboratori per il recupero degli scarti delle attività in mare per trasformarli in oggetti di design come il Blue Eco Lab e coordina la neonata Blue community, composta da imprese impegnate nell’economia circolare per il mare e l’ambiente in Sardegna.