Venerdì 29 Settembre, aggiornato alle 17:07

I numeri forniti dal Parco di Porto Conte- l’attrattore in crescita è Punta Giglio, ma il guadagno è irrisorio, solo il 20%

I numeri forniti dal Parco di Porto Conte- l’attrattore in crescita è Punta Giglio, ma il guadagno è irrisorio, solo il 20%

Nel frullatore dell’informazione doppata finisce anche il Parco di Porto Conte. Le veline che sono state trasmesse agli organi di informazione, ora vengono analizzate (LEGGI).

Il Parco si  certifica un successo, un grande successo al punto che evidenzia l’incremento degli introiti, sempre contenuti nelle veline,  aumentati del 40%, rispetto al 2019.

I numeri dei visitatori : Punta Giglio Maps 8.141, Prigionette/ Villa romana 7.870, Casa Gioiosa 3.043, Mase Museo di Saint Exupèry 1.945. Sono i conteggiati delle presenze da aprile a settembre 2022, ai quali si sommano i 3.684 residenti (2.453 al Maps e 1.231 a Prigionette), per un totale complessivo di 25.043.

Se facciamo un balzo indietro, esattamente al 2021, nella relazione al rendiconto del Direttore si evince che: Punta Giglio non era aperto, ma Casa Gioiosa registrò 2.677 presenze, 78% in meno rispetto al 2020, l’oasi  Prigionette totalizzò 15.694 presenze ( senza la Villa Romana), con incremento del 50% circa rispetto al 2020, mentre il MASE si dimostrò stabile con 2902 visitatori, dato in crescita rispetto al 2020.

E se i numeri dicono qualcosa la certificazione è che l’Oasi delle Prigionette si conferma un solido attrattore, Casa Gioiosa avrà un trend stabile, il MASE tiene, ma è Punta Giglio (Maps) il grande attrattore, autentica calamita per i visitatori.  Come dire che ci vorrebbe una caso Punta Giglio all’anno. Ma non c’è il dato che riguarda la Villa Romana, attrattore non a caso incollata ai numeri delle Prigionette.

Chi è di Alghero, conosce le vicende locali, le osserva e le descrive giorno per giorno, non può  non dire le cose, mettendole in fila, per  una corretta lettura che parte da lontano.

Il Parco di Porto Conte ha vissuto per anni nell’anonimato, poco trattato, poco seguito nelle sue vicende.

Da qualche anno è dentro una bolla mediatica , che ha esaltato le peculiarità delle aree trattate da temi che in Riviera sono di interesse collettivo. Il destino creato sulla sommità della falesia, ha trovato un gran pezzo di città di traverso. Le battaglie che ne sono seguite, il clamore a tutti i livelli, hanno fatto esplodere Punta Giglio, che è diventato l’ombelico del mondo ( e anche dell’Eco Museo del Parco). La caserma rifunzionalizzata a Museo a Cielo Aperto ,  è diventato un santuario da visitare ad ogni costo se si arriva ad Alghero e si sceglie di andare all’interno del Parco di Porto Conte. La voglia di vedere la scena di tanto scontro è irrefrenabile. Il Prezzo del biglietto (  i residenti locali non pagano)  va alla società cooperativa gestore privato,  pari all’80%. Questo è frutto di un protocollo proposto dal Parco e sottoscritto (LEGGI).

Parliamo di dati.

Per un semestre analizzato nella velina del Parco, gli 8.141 visitatori , che hanno pagato il  costo di 5 Euro al biglietto, hanno portato nelle casse un totale  40.705 €uro, di questi il 20% sono introitati dal Parco Regionale di Porto Conte come da protocollo proposto e sottoscritto anche dai privati gestori, e ammontano a €.8.141 €uro.

Il 20% nelle casse  non certificano certo un affare per il Parco di Porto Conte,  che di contro propone numeri che dovrebbero certificare un successo, non solo numerico per le presenze, ma anche economico. Il suo più grande attrattore, la vera star, vale un introito del 20%.

Si tenga nella debita considerazione che il Promontorio di Punta Giglio,  di suo, porta(va) una dote di visitatori annuali pari 13.948 presenze annue ( riferimento 2019), fatti due conti, il dato del 2022, si attesterà su in incremento intorno al 15%. Incremento derivato dal gran battage pubblicitario, dalla curiosità derivata  dalle roventi polemiche.

La conclusione è che il Parco di Porto Conte non ci ha certo guadagnato, nel dare-avere che è alla base di un discorso prettamente economicista (e al Parco è la mission) l’Ente Pubblico ci rimette. Se creare economia, cercare di vendere il prodotto si riduce nel portare a casa le briciole, l’enfasi dei dati franano al cospetto dell’evidenza matematica.

E il grande dispendio di risorse del Parco in campagne pubblicitarie deve avere la certificazione di un ritorno, non solo di immagine, perchè fra i destinatari del valore aggiunto deve esserci il territorio, sopratutto quelle Borgate che ad oggi non sentono l’incisione tangibile di un ente che deve creare ricchezza anche a loro.

 

 


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