L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha presentato (2 luglio 2022) un atto di opposizione al rilascio della concessione demaniale marittima per la realizzazione di una centrale eolica offshore flottanti richiesta dalla società milanese Nurax Wind Power s.r.l. nel mare della Gallura settentrionale, davanti ai litorali dell’Arcipelago della Maddalena, di Arzachena, di Olbia.
La Nurax Wind Power s.r.l. ha chiesto una concessione demaniale marittima di durata trentennale della superficie complessiva di m² 2.579.910,00 per la realizzazione e l’esercizio di un impianto eolico offshore composto da n. 33 aerogeneratori con una potenza elettrica di 14 MW ciascuno, per un totale di 462 MW, muniti di fondazioni galleggianti, e relativo percorso di cavidotti sottomarini per il collegamento del parco eolico offshore al punto di approdo a terra.
Si tratta della decima analoga istanza per i mari sardi.
Dieci tentativi di accaparramento di migliaia e migliaia di ettari di mare della Sardegna, dieci atti di opposizione da parte del GrIG.
Il GrIG in tutti i casi, ha chiesto il diniego della concessione demaniale in assenza di pianificazione e di procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.).
L’assalto ai mari della Sardegna.
Nei mari sardi in tutto dieci progetti di centrali eoliche offshore flottanti, 514 “torri eoliche” in progetto, per una potenza complessiva – per quanto si è a conoscenza – pari a 6.971 MW.
Complessivamente sono stati predisposti e depositati presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Cagliari ben sei progetti di centrali eoliche offshore nei mari della Sardegna meridionale, con 174 aerogeneratori in tutto previsti.
Altri tre progetti sono stati depositati presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Olbia, con 308 aerogeneratori complessivamente previsti.
Un altro progetto è stato depositato presso la Capitaneria di Porto di Porto Torres, con 32 aerogeneratori previsti.
Avverso tutte le istanze di concessione demaniale marittima sono stati presentati atti di opposizione (28 gennaio 2021; 3 marzo 2022, 26 marzo 2022, 13 giugno 2022, 28 giugno 2022, 2 luglio 2022) da parte del GrIG:
* Repower Renewables.p.a., dell’elvetico Gruppo Repower, un progetto di centrale eolica offshore al largo di Capo Teulada, con 33 aerogeneratori;
* Nora Ventu s.r.l., società milanese frutto dell’accordo tra Falck Renewabless.p.a. e BlueFloat Energy, due progetti di centrali eoliche galleggianti offshore con 93 aerogeneratori per una capacità complessiva di 1,4 GW a 18 miglia marine a sud est di Cagliari (Nora 2, 40 aerogeneratori) e a 6 miglia marine a sud di Capo Teulada (Nora 1, 53 aerogeneratori). Fan balenare ben 4 mila posti di lavoro in fase di realizzazione e 300 in fase di gestione;
* Ichnusa Wind Power s.r.l., con sede a Milano, 42 aerogeneratori galleggianti alti 265 metri a circa 35 chilometri dalla costa sulcitana, per una potenza complessiva di 504 MW. L’istanza di concessione demaniale marittima è stata sospesa (aprile 2021) dopo un atto di opposizione presentato dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) e da alcuni Comuni rivieraschi (Carloforte, Portoscuso, Buggerru), mentre è stata svolta la fase di definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale (scoping) finalizzata alla successiva procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.);
* Seawind Italia s.r.l., con sede a Portoscuso, 48 aerogeneratori in progetto, istanze di concessioni demaniali marittime per due centrali eoliche offshore, la Del Toro 2 a 21 miglia marine a sud ovest dell’Isola di S. Pietro e la Del Toro 1 a 6 miglia marine al largo dell’Isola di S. Antioco;
* Tibula Energia s.r.l., con sede a Milano, 65 aerogeneratori (975 MW complessivi) in progetto per conto di Falck Renewabless.p.a. e la BlueFloat Energy, nel mare della Gallura. Sfidando realtà e intelligenze altrui, parla di “generazione di migliaia di posti di lavoro stabili nel medio-lungo termine: fino a 3.200 unità per le fasi di fabbricazione, assemblaggio e costruzione; oltre 180 per la manutenzione degli impianti dopo l’entrata in esercizio del parco“, dimenticando ambiente, diportismo nautico, turismo, pesca, buon senso;
* Zefiro Vento s.r.l., con sede a Milano, 210 aerogeneratori in progetto nel mare della Gallura settentrionale per 3150 MW di potenza;
* Acciona Energia Global Italia s.r.l., con sede a Roma e capitale spagnolo, 32 aerogeneratori nel mare occidentale della Sardegna, 480 MW di potenza;
* Nurax Wind Power s.r.l., con sede a Milano, 33 aerogeneratori in progetto nel mare della Gallura settentrionale, 462 MW di potenza.
Qual è l’attuale stato delle procedure di autorizzazione delle centrali eoliche offshorenei mari sardi.
La Capitaneria di Porto di Cagliari – Sez. Demanio ha convocato (note prot. n. 20495 e 20500 del 13 maggio 2022) altre due conferenze di servizi per il rilascio delle concessioni demaniali marittima per la realizzazione di altrettante centrali eoliche offshore flottante nel mare della Sardegna meridionale rispettivamente per il 24 e il 25 agosto 2022.
Le richieste provengono ambedue dalla Seawind Italia s.r.l., con sede a Portoscuso, e riguardano la realizzazione di 48 aerogeneratori in due centrali eoliche offshore, la Del Toro 2 a 21 miglia marine a sud ovest dell’Isola di S. Pietro e la Del Toro 1 a 6 miglia marine al largo dell’Isola di S. Antioco (qui l’avviso relativo all’istanza Del Toro 2, qui l’avviso relativo all’istanza Del Toro 1).
Entro il 13 agosto 2022 le varie Amministrazioni pubbliche statali, regionali e locali convocate potranno far pervenire i loro pareri e osservazioni.
Finora gli unici atti di opposizione pervenuti sono di Italia Nostra e del Gruppo d’Intervento Giuridico (26 marzo 2022), che ha coinvolto anche il Ministero della Transizione Ecologica, la Regione autonoma della Sardegna, i Comuni rivieraschi (Carloforte, Portoscuso, S. Antioco).
Dagli accertamenti svolti dalla Capitaneria di Porto sono emerse varie rilevanti criticità:
” – la zona di posizionamento del parco eolico, a circa 4,5 mg nautiche a sud di Sant’Antioco, non parrebbe essere attraversata da rotte obbligate, pur essendo interessata da un notevole flusso di navi da pesca e navi mercantili dirette nel sorgitore di Cagliari e nei terminali petroliferi di Sarroch nonché in transito nel Mar Mediterraneo. Si segnala che, nei pressi dello specchio acqueo in esame, sono presenti:
– a sud della Sardegna, un impianto destinato alla maricoltura (circa 3 miglia nautiche a nord est dal limite esterno dello specchio acqueo richiesto) nonché:
– un’area di interdizione temporanea per lo svolgimento delle attività militari addestrative presso il poligono militare di Capo Teulada (circa 5 miglia nautiche ad est dal limite esterno dello specchio acqueo).
– criticità connesse alle limitazioni alle attività di pesca e all’ancoraggio che l’impianto, per la parte ricadente nel mare territoriale, potrebbe arrecare, in virtù della disposizione contenuta nell’art. 152 del D.Lgs. 259/2003;
– necessità di una valutazione dell’impatto acustico delle pale eoliche, in termini di vibrazioni e rumori, sull’ambiente circostante, in particolare, in ordine alle possibili eventuali interferenze degli impianti con le rotte di migrazione del tonno Rosso (ThunnusthynnusLinnaeus) che è attività di primaria importanza per l’Isola di San Pietro.
Per gli esclusivi aspetti di competenza, sotto il profilo di sicurezza della navigazione marittima, salvaguardia della vita umana in mare e di polizia marittima si evidenzia … la necessità di una pianificazione preliminare delle aree da destinare all’ubicazione degli impianti eolici, dal momento che la loro coesistenza potrebbe in futuro interferire sui traffici e sulle attività di pesca (ad es. rendere necessaria l’istituzione di rotte obbligate) nonché avere interazioni con lo spazio marittimo di altri Stati“.
Nel maggio scorso la Capitaneria di Porto di Cagliari – Sez. Demanio ha convocato (nota prot. n. 18987 del 5 maggio 2022) un’altra conferenza di servizi per il rilascio della concessione demaniale marittima per la realizzazione di una centrale eolica offshore flottante nel Golfo di Cagliari per il prossimo 18 luglio 2022.
La richiesta proviene dalla Repowe rRenewables.p.a., dell’elvetico Gruppo Repower, e riguarda un progetto di centrale eolica offshore al largo di Capo Teulada, con 33 aerogeneratori (qui l’avviso relativo all’istanza).
Finora gli unici atti di opposizione pervenuti sono del Comune di Domus de Maria e dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (3 marzo 2022), che ha coinvolto anche il Ministero della Transizione Ecologica, la Regione autonoma della Sardegna, i Comuni rivieraschi (Cagliari, Quartu S. Elena, Maracalagonis, Sinnai, Villasimius, Capoterra, Sarroch, Pula, Domus de Maria, Teulada).
Dagli accertamenti svolti dalla Capitaneria di Porto è emerso che “per quanto riguarda il posizionamento del cavo sottomarino, recapitante, come detto, nel Comune di Sarroch, lo stesso attraversa un’area di ancoraggio (denominata ‘Echo’) attualmente destinata ed utilizzata dalle navi che approdano nei terminali petroliferi di Sarroch (ordinanza Capitaneria di Porto Cagliari nr. 09/2021 del 28/01/2021). Inoltre, lo specchio acqueo richiesto dista circa 9 miglia nautiche dal limite esterno di un’area di interdizione temporanea per lo svolgimento delle attività militari addestrative presso il poligono militare di Capo Teulada. Con riferimento all’Ufficio Circondariale Marittimo di Sant’Antioco, lo stesso ha evidenziato criticità legate all’eventuale restrizione alle attività di pesca derivanti dal posizionamento dell’impianto, in virtù della disposizione contenuta nell’art. 152 del D.Lgs. 259/2003″.
Inoltre, “con riferimento al traffico navale, dall’analisi dei dati, sono emersi flussi di traffico di unità navali che, pur non attraversando rotte obbligate, interessano comunque lo specchio acqueo relativo all’istanza in argomento, ubicato a circa 20 miglia a sud della Sardegna“.
Un autentico Far West.
Si tratta di una delle più rilevanti conseguenze della volontà ormai di fatto conclamata di voler destinare la Sardegna e i mari sardi al ruolo di piattaforma di produzione energetica.
In ogni caso, per legge, i progetti di centrali eoliche off shore in argomento dovranno essere assoggettati a una procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e ai rispettivi e vincolanti procedimenti di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), con considerazione degli impatti cumulativi (artt. 21 e ss. del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).
Tuttora nessuna procedura di V.A.S., nessun procedimento di V.I.A. è stato neppure avviato.
Oltre il sensibile impatto ambientale e agli impatti sulle attività turistiche e sulla navigazione commerciale, assolutamente tuttora non valutati, sarebbe oltremodo assurdo vincolare una così ampia estensione di aree demaniali, di mare territoriale e d’interesse nazionale per così lunghi termini temporali (30 e 40 anni) in assenza di qualsiasi autorizzazione per la realizzazione e la gestione della progettata centrale eolica off shore, in violazione dell’obbligo di congrua motivazione vigente per qualsiasi atto amministrativo (art. 3 della legge n. 241/1990 e s.m.i.).
Questo assalto al mare sotto il profilo energetico contribuisce a delineare fortemente quello scenario di servitù energetica che pare destinarsi alla Sardegna ed è, purtroppo, conseguenza della scarsa e ben poco adeguata pianificazione delle reali esigenze energetiche, della deficitaria promozione del risparmio di energia, della inadeguata diversificazioni delle fonti di produzione, della mancanza di sistemi di accumulo energetico e, soprattutto, di una efficace individuazione delle aree di rilievo naturalistico, ambientale, paesaggistico sottratte a qualsiasi tipologia di produzione di energia.
La stessa Capitaneria di Porto di Cagliari ha chiaramente evidenziato “la necessità di una pianificazione preliminare delle aree da destinare all’ubicazione degli impianti eolici“.
Invece è un vero e proprio Far West nel Mediterraneo, dove ogni società energetica sembra poter fare quello che vuole.
Una scandalosa speculazione energetica.
Qualche dato per chi volesse capire le reali dimensioni della speculazione energetica attualmente in corso. , basti pensare che complessivamente i dieci progetti per centrali eoliche offshore finora presentati dichiarano una potenza pari a circa 7 mila MW.
Questa la “fotografia” attuale del sistema di produzione energetica sardo: energia richiesta in Sardegna: GWh 9.171,5 energia prodotta in più rispetto alla richiesta: GWh +3.491,5 (dati TERNA 2019), oltre il 38% dell’energia oggi prodotta “non serve” all’Isola e viene esportato verso la Penisola grazie alle connessioni oggi esistenti ovvero viene disperso in quanto non utilizzato (i sistemi di accumulo e conservazione sono ancora in fase di studio o sperimentale).
Con la realizzazione del Thyrrenian Link, il nuovo doppio cavo sottomarino di Terna s.p.a. con portata 1000 MW, 950 chilometri di lunghezza complessiva, da Torre Tuscia Magazzeno (Battipaglia – Eboli) a Termini Imerese, alla costa meridionale sarda. Dovrebbe esser pronto nel 2027-2028, insieme al SA.CO.I. 3, l’ammodernamento e potenziamento del collegamento fra Sardegna, Corsica e Penisola con portata 400 MW, che rientra fra i progetti d’interesse europeo.
Al termine dei lavori, considerando l’altro collegamento già esistente, il SA.PE.I. con portata 1000 MW, la Sardegna avrà collegamenti con una portata complessiva di 2.400 MW. Non di più.
In Sardegna, al 20 maggio 2021, risultavano presentate ben 21 istanze di pronuncia di compatibilità ambientale di competenza nazionale o regionale per altrettante centrali eoliche, per una potenza complessiva superiore a 1.600 MW, corrispondente a un assurdo incremento del 150% del già ingente comparto eolico isolano.
Complessivamente dovrebbero esser interessati più di 10 mila ettari di boschi e terreni agricoli da. un’ottantina di richieste di autorizzazioni per nuovi impianti fotovoltaici.
Le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 agosto 2021 risultavano complessivamente pari a 5.464 MW di energia eolica + altri 10.098 MW di energia solare fotovoltaica, cioè 15.561 MW di nuova potenza da fonte rinnovabile, a cui devono sommarsi i dieci progetti per centrali eoliche offshore finora presentati dichiarano una potenza pari a circa 7 mila MW.
In tutto sono più di 22.500 MW, cioè più di undici volte i 1.926 MW esistenti (1.054 MW di energia eolica + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).
Significa energia che non potrà essere tutta utilizzata in Sardegna, non potrà esser trasferita verso la Penisola, non potrà essere conservata. Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè lo Stato, cioè la Collettività di tutti noi) per essere in buona parte sprecata. Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche.
Una vergognosa speculazione energetica con un bel po’ di soldi pubblici e incentivi, tanto per cambiare.
E il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani tace, mentre il Presidente della Regione autonoma della Sardegna Christian Solinas non ha nulla da dire.
p. Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
Stefano Deliperi