Lunedì 4 Dicembre, aggiornato alle 15:51

Video – Christian Solinas annuncia la costruzione di nuovi Ospedali, a Sassari all’ex Agraria. ad Alghero ipotesi sul tappeto

Video – Christian Solinas annuncia la costruzione di nuovi Ospedali, a Sassari all’ex Agraria. ad Alghero ipotesi sul tappeto

Entro questo mese la Giunta regionale delibererà l’avvio della realizzazione di nuovi ospedali, come previsto nella riforma sanitaria, indicando dove saranno ubicate le strutture da costruire ex novo in Sardegna. Quuesto l’annuncio del  presidente della Regione Christian Solinas a Sassari, intervenendo al convegno sul dopo pandemia organizzato dall’Università, presente il sottosegretario alla Sanità Pierpaolo Sileri.

Ruba la scena al Vice Ministro, perché le dichiarazioni di Christian Solinas sono di quelle che lasciano il segno. Il governatore ha ricordato che gli ospedali da realizzare sono quattro. “Pronti a raccogliere le sfide per consegnare ai cittadini sardi una sanità pubblica moderna ed efficiente” ha ffermato. Il Presidente della Regione Christian Solinas si è confrontato nell’aula magna della Facoltà di Medicina di Sassari con il Sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, analizzando insieme all’assessore Mario Nieddu i problemi del sistema sanitario in Sardegna e nel Paese. Nel corso dell’incontro, inoltre, il Presidente ha annunciato la realizzazione del nuovo ospedale di Sassari nell’ex Istituto agrario. “un ospedale all’altezza, che abbia un blocco operatorio di livello. Poi anche Alghero, e il presidente Solinas lo annuncia a fine Congresso: “per Alghero vedremo ci sono delle ipotesi sul tappeto

Di più per ora non si sa, la certezza riguarda Sassari, per Alghero se ne saprà di più nei prossimo giorni

“La battaglia più dura – ha sottolineato il presidente Solinas – senza dubbio, è stata quella combattuta in prima linea, nelle trincee dei nostri ospedali e sul territorio. Abbiamo attivato un piano di potenziamento degli organici nelle aziende del sistema sanitario regionale. Circa 1.600 gli operatori reclutati, tra medici, infermieri, tecnici e amministrativi, arrivando a coinvolgere anche gli specializzandi e i laureati abilitati, e persino i medici in pensione. Per contrastare il virus abbiamo attuato iniziative che sembravano irrealizzabili, come lo screening di massa del progetto ‘Sardi e sicuri’, avviato nel gennaio del 2021, quando ancora non esisteva un vaccino contro il Covid: oltre 400 mila i test eseguiti sulla popolazione target sopra i dieci anni. Successivamente, il Covid ci ha messo di fronte a una nuova sfida, la più importante di tutte: la campagna di vaccinazione. Anche in questa circostanza siamo stati in grado di costruire un sistema di hub e di centri di vaccinazione a copertura dell’intero territorio, approntando un modello organizzativo capace di raggiungere risultati importanti. Nell’Isola sono state inoculate poco meno di 3,8 milioni di dosi e oggi la Sardegna è fra le prime dieci regioni per copertura vaccinale, con l’86,7% della popolazione che ha completato il ciclo primario a cui si aggiunge un ulteriore 1,4% di cittadini che hanno ricevuto almeno una dose. C’è stata un’adesione altissima da parte dei sardi, che hanno mostrato, anche in questa circostanza senso di responsabilità e fiducia nella scienza, testimoniata anche dai numeri della campagna sui più giovani. La Sardegna è, infatti, la quarta regione per copertura vaccinale nella popolazione tra i 5 e gli 11 anni, con il 43% della platea che ha completato il ciclo primario”.

Sul nuovo assetto della sanità sarda il Presidente ha precisato: “La pandemia ha rallentato, ma non ha fermato la riforma che l’Isola attendeva da tempo e che ha riavvicinato la governance sanitaria ai territori, con le loro peculiarità e i loro bisogni. A questo si ispira la riforma, con la nascita delle nuove otto Asl. Non certo un poltronificio, come ingiustamente sostenuto da chi vorrebbe continuare a confondere le acque, non certo uno spreco di risorse, ma uno strumento valido per restituire dignità e vigore a un sistema fortemente indebolito dall’esperienza di un modello eccessivamente accentrato, paralizzato su sé stesso, che ha portato grandi diseguaglianze fra i territori, sprechi di denaro pubblico e impoverimento dei servizi”.

“La riforma – ha detto ancora il Presidente Solinas – non è stata e non vuole essere un colpo di spugna. Con la nascita dell’Ares abbiamo mantenuto e migliorato alcuni degli aspetti già presenti in Ats, come la gestione unitaria del personale, del patrimonio, dei concorsi e degli acquisti, funzioni in grado di generare economie di scala, altrimenti non possibili in un sistema parcellizzato. Siamo convinti che questa sia la strada giusta e il nuovo assetto sta rapidamente entrando a regime”.

 


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