Ieri l’uscita in video del candidato di Centro destra Carlo Doria, ha lasciato di stucco tante persone. Carlo Doria non è uno qualunque, è un medico Ortopedico. Un docente Universitario. Se uno come lui, in maniera abbastanza veloce, parla a un gran numero di persone, che recepiscono il messaggio, nella sua parte essenziale, arrivando alla conclusione che il Covid altro non è se non una influenza con il Virus più aggressivo, i dubbi dell’uomo comune si amplificano. Una asserzione, del tutto personale, poca roba di fronte all’altra affermazione, all’allarme lanciato, “più grave del dilagare del Coronavirus” Ovvero “la limitazione di quelle che sono le libertà personali”. In sostanza c’è uno stato che soffoca le libertà, chiude le discoteche e i locali pubblici , per non affrontare i problemi reali del paese. Insomma un attacco a chi Governo sul filo del Covid-19.
Non ci sta a buttare l’argomento in “politica” l’infettivologo Antonio Pintus, uno di quelli che la malattia conosce bene per quanti lutti ha provocato. Un botta e risposta come quelli che in questi mesi stiamo osservando, anche fra chi, in maniera univoca dovrebbe disegnare strade che uniscono e si devono rispettare, dovrebbero informare, far conoscere e tranquillizzare una società divisa e spaventata: la medicina.
Ed ecco le dichiarazioni di Carlo Doria
“Approfondendo insieme ai colleghi esperti nella materia quella che è oggi la piaga del 2020, vorrei sottolineare alcune cose. In questi mesi sono stati fatti dei passi avanti perché abbiamo capito che si tratta di un’influenza causata da un virus sicuramente più aggressivo – ha affermato l’ortopedico -. Ma, se inquadrato da subito e gestito con l’eparina, il cortisone o antivirali, è un virus che non ci porta alla morte. Tutti quei pazienti che sono deceduti lo sono nella fase iniziale quando non si era capita la fisiopatologia della malattia e la modalità per poterla curare“.
“C’è un’allarme che voglio lanciare, ben più grave del dilagare del coronavirus. Ovvero la limitazione di quelle che sono le libertà personali. C’è una alterazione di quelli che sono gli equilibri di una società e i costumi come la chiusura delle discoteche e dei locali pubblici. Un susseguirsi di provvedimenti smisurati che seguono da paravento a un governo nazionale che si nasconde dietro il covid senza risolvere quelli che sono i problemi della società italiana ( senti registrazione), che sono il lavoro, la disoccupazione, la diseguaglianza sociale.
Di Covid non si muore, salvo quei pazienti che anche tre anni fa morivano di H1N1 perché avevano 90anni altre co-morbosità”
La risposta alle affermazione di Carlo Doria arrivano da un altro medico, l’infettivologo Antonio Pintus, che lavora a Sassari nelle Cliniche Universitarie, quindi un collega di Doria, uno di pochissimi che può parlare di questa materia, che è la sua materia. Ecco le sua affermazioni:
“Avevo detto che non sarei più intervenuto a parlare della pandemia di Covid-19, dati i numerosi attacchi e insulti personali da parte dei soliti nomask,novax,nocovid,nemici del 5G etc etc…ma sentire oggi ,anche da medici (non virologi), che il covid non è nulla di grave, che è giusto un’influenza utilizzata dalla sinistra per impaurire la gente, beh, questo non si può sentire, lo trovo una totale mancanza di rispetto verso chi di questa malattia è morto, verso quei pazienti che si son fatti mesi di ricovero, con paura e sofferenza,verso le famiglie colpite spesso da più lutti contemporaneamente. Non si usano queste tragedie per scopi politici!!! Io e i miei colleghi delle Malattie Infettive, insieme a Infermieri e Oss, abbiamo lavorato e lavoriamo duramente, spesso con pochi mezzi, per mesi non siamo rientrati dalle nostre famiglie per paura di contagiarle, si è creato però tra noi un fortissimo senso di squadra e di amicizia, questo è il segreto per fare bene il proprio lavoro Vedere sminuire tutto ciò per meri scopi politici non è accettabile, tanto più in un momento dove i ricoveri aumentano quotidianamente. Tante persone pensano, sentendo simili discorsi,di abbassare la guardia. Siate tutti più responsabili, ora abbiamo delle armi per combattere la pandemia, ma evitiamo i rischi, per quanto possibile”.