Pare sia la seconda volta nella storia di oltre cinquecento anni. Grandissima delusione per tutti i turisti che assiepavano le tribune a pagamento
La nostra Sartiglia è cominciata all’alba. Alla festa, nella città di Eleonora non potevamo mancare. A Oristano siamo giunti in tarda mattinata, e fra la ricerca di un parcheggio e il ristorante in cui pranzare il tempo è volato. Subito di corsa verso la corsa alle stelle, ma noi, senza biglietto, non potevamo accedere alla tribuna stracolma, e di vedere i cavalieri tentare di centrare la stella manco a parlarne. Gli ingressi liberi erano debordanti di gente, turisti, tanti, mischiati a sardi, tantissimi. Ma l’ebrezza del primo centro, del primo cavaliere, lo abbiamo sentito sulla pelle, con un boato degno di uno stadio di calcio. Miracolo! E alla fine si è deciso di vedere i funambolici cavalieri che avrebbero dovuti cimentarsi nelle evoluzioni in corsa. Prenotando la postazione. In loco, inchiodati alla balaustra, per non perdere uno spettacolo garantito. E fra un thè caldo, un dolce sardo e una barricata, abbiamo ingannato il tempo, non meno di due ore, prima di vedere la sfilata che avrebbe anticipato la corsa tanto attesa. Ma dopo un assaggio e le immancabili foto di rito è arrivata la doccia gelida, su un corpo intirizzito dal freddo pungente che ci ha avvinghiato: finita la festa! Ci sussurra uno della security. Come finita? – aggiungiamo noi – chiedetelo al questore! – ci risponde l’uomo. Non ci crediamo e cominciamo a chiedere. La gente non sa, qualcuno abbozza la risposta ma il tutto viene chiarito da un cavaliere. Ci dice, sorridente, che sono stati sottoposti ad antidoping non meno di una settantina di cavalieri.
E con una decisione incredibile, in 500 anni di storia della giostra oristanese, i cavalieri della Sartiglia hanno deciso di scioperare. E le acrobazie in sella sono saltate, e le spericolate pariglie che chiudono la corsa più amata del Carnevale in Sardegna, per noi sono rimaste un sogno. E chi lo spiega lo sciopero a tutti noi, alle migliaia di turisti arrivati a Oristano da ogni dove e dall’estero?. La rivolta pare sia scattata per il numero di controlli antidoping giudicato eccessivo – almeno una settantina – cui i cavalieri sono stati obbligati a sottoporsi prima, durante e dopo la manifestazione. Un freno eccessivo alla festa, secondo i cavalieri, che hanno deciso di sfilare al passo, senza alcuna acrobazia. Per noi un tradimento!