“Ma, non può sottacersi quello che direttamente abbiamo visto, relativo alle presenze nell’area portuale. Per la prima volta dopo tanti anni, si è avuta chiara la percezione che il capodanno algherese dia segni di cedimento. Forse non basta più il concerto , basato su disco Music, e indirizzato a un targhet di giovanissimi. Forse, lo diciamo con molta convinzione riteniamo che c’è bisogno di inventare qualcosa di nuovo”. Questo e tanto altro noi abbiamo scritto nelle primissime ore del 01 gennaio.
Quindi molto prima che salisse la temperatura del bon ton politico senza essere influenzati da opposti tifosi che, forse, sbagliano tutti. Sbagliano quelli che, senza se e senza ma, omettono di farsi venire un dubbio, seppur minimo , che qualcosa al meglio non sia andato. Perché qui non si mette in dubbio l’evento e gli attori, Samuel e gli Offenbach sono di assoluto valore, primissimini nel panorama italiano e internazionale. Qua si vuole mettere l’accento sul fatto che un evento in Sardegna deve produrre ricaduta sul territorio , in una parola ritorno dell’investimento nel rapporto di uno a tre, come dire che per ogni euro speso per l’evento ci dev’essere un ritorno di tre. Che tradotto ancora significa che la cifra investita deve tornare sulla nostra città per tre volte. E chiediamo: ci potete dire quanto è costato l’evento nell’intero mese di dicembre e quale è stata la ricaduta su Alghero? Richiesta che facciamo senza fini strumentali, perché crediamo nella trasparenza di che gestisce le risorse .
Ma non siamo neanche d’accordo su quanto asseriscono le opposizioni dell’attuale amministrazione. Dire solo che non va bene e che tutto è da buttare, significa liquidare tutto semplicisticamente. Manca la proposta costruttiva dell’analisi costi-benefici, e definire la Fondazione Alghero
“una vacca da mungere “da la sensazione di aver a che fare con persone che non amano la loro città, ma amano mungere solamente, senza rispettare la “vacca”. E la vacca è Alghero. Ed è sbagliato cercare le primogeniture degli eventi, la città lo sa e i suoi cittadini pure, qua ora e per domani, bisogna cercare strategie che abbiano ritorno. Se un evento non va bene, si dica perché e si proponga il contrario; se va bene lo si dica con la forza dei dati e riscontri, che difficilmente sono opinabili e offuscabili.
E non si discutono la quantità degli eventi in un mese, ma con questi si devono trovare riscontri di ricadute certe. Per evitare l’auto referenzialita’ che rischia di scivolare nella sterile propaganda. E per una volta, ci permettiamo di affermare che certe comunicazioni ai media devono essere gestite con molta oculatezza, ci hanno comunicato la presenza di 20/25 mila persone nell’area evento. Ma si ha idea di quante siano? E perché dare numeri in questo modo? A chi giova? E il rischio di un autogol è palpabile.