Il dialogo fra Mario Bruno sindaco di Alghero, Antonio di Rosa direttore della Nuova Sardegna e la città, ieri nei locali del Quarter hanno offerto spunti di riflessione, per certi versi non scontati. Se a un estraneo alle problematiche della città, al mondo che attorno gli ruota, poteva sembrare una manifestazione autoreferenziale, alla fine ci sono stati buoni motivi per credere che autoreferenziale del tutto non sia stata. Intanto preme sottolineare il nuovo rapporto, per certi versi rivoluzionario, fra la direzione della Nuova Sardegna e la città di Alghero. Per chi come noi che in questa città ha vissuto periodi storici tumultuosi, rapporti conflittuali con la provincia, quasi da sempre, vedere oggi il direttore del più importante quotidiano sardo, scendere ad Alghero, mettersi in gioco,offrirsi al dibattito pubblico, che non sempre può pagare, ci consegnano un direttore che sotto certi aspetti ha un valore umano, oltre che professionale di altissima valenza. A noi non interessa sapere come Mario Bruno sia entrato in contatto con questo esimio personaggio. Quello che ci interessa e aver preso atto che il direttore della Nuova Sardegna, vede ad Alghero e in Alghero una realtà sulla quale insistere, dialogare per un’ipotesi di sviluppo di un’intera area geografica in questo momento sofferente. Certo, Mario Bruno si è fatto un grande spot di quello che in città sta facendo in termini di crescita culturale, artistica, innovativa, per la famiglia, per l’integrazione. Mario Bruno poteva starsene nella sua nicchia, godersi il momento di celebrità, che in questo momento lo sta investendo. Se i giornali nazionali gli dedicano titoli e spazio, non è certamente perché sono tutti venduti e comprati, ma qualcuno sta vedendo nell’azione di questo sindaco qualche valenza al quale dare risalto. Certo, politicamente si può essere d’accordo o no con il procedimento amministrativo di Mario Bruno, è lecito, ma che il sindaco in questo momento particolare della storia si stia spendendo su più settori e su più direttrici e indubbio, e lo si deve riconoscere. Sentire ieri il dialogo fra direttore della Nuova Sardegna Di Rosa, e la sala, a tratti dava l’impressione di aver di fronte un docente, che elargiva pillole di saggezza in un contesto che le accettava di buon grado. Chi ha preso la parola in sala, ha affrontato le problematiche da punti di vista talvolta di parte, come era normale, ma è altrettanto vero che altrimenti non si poteva fare. E se qualcuno in sala ha tentato di indirizzare il dibattito su altri terreni, minati come quelli dell’imprenditoria alberghiera, allorché Lubrano ha preso la parola, Mario Bruno è stato duro e chiaro forse più di quanto non fossero nelle sue intenzioni. Le lamentele dell’imprenditore alberghiero, sono state respinte chiedendo che cosa il privato in tutto questo tempo avesse fatto, delle intenzioni dell’amministrazione nel respingere una politica imprenditoriale locale che ha trasformato Alghero in una residenza di seconde e terze case, indirizzando la crescita Urbana di case senza persone, e di persone senza casa. Dove il 60% degli immobili purtroppo è indirizzato a un mercato che nelle stagioni di bassa, trasformato la città in un mega dormitorio. E allora si capisce perché gestire una città complessa come Alghero diventi difficilissimo, per chiunque, perché comunque gli assertori dello sviluppo collegato all’ attività edilizia, non possono disconoscere che il tessuto urbano comunque è stravolto. Oggi per dirla come il sindaco Mario Bruno, Alghero non può vivere di solo mare, e di offrire case per il mare, che puoi godere solo per qualche giorno in estate, Alghero sta investendo nella cultura, nell’arte, nella musica, nelle attività innovativa. Per cercare nuove vie di uno sviluppo possibile di una città che ha avuto un modello di crescita anomalo, scriteriato, ora difficilmente gestibile, perché i nodi ora sono arrivati tutti al pettine. Il sindaco Mario Bruno ha anticipato che la città si sta dando un nuovo assetto di sviluppo urbano, e sono in dirittura d’arrivo il piano urbanistico comunale, il piano dei litorali, dell’agro, tutti fondamentali per cercare di dare alla città nuove certezze e un nuovo impulso di sviluppo. Compresi nuovi alberghi, come qualcuno ha legittimamente chiesto a gran voce, asserendo che in città da 35 anni non se ne costruisce uno nuovo. Che siano di qualità, ha fermato Mario Bruno, non “zilleri”, a certificare che questa amministrazione ha aperto di sicuro alla costruzione di alberghi, ma che saranno di qualità, mentre sfruttando gli attuali strumenti a disposizione, i vecchi dovranno essere rimodulatati, modernizzati con gli strumenti che l’attuale normativa sia nazionale che regionale mettono a disposizione. Questo ci portiamo a casa del dibattito di ieri sera, e se in un primo momento avevamo creduto a una autoreferenzialità dell’evento, alla fine abbiamo dovuto prendere atto che il sindaco attuale si sta spendendo perché in città si inauguri una nuova stagione amministrativa, dove tutti, i privati e soggetti pubblici remino dalla stessa parte, evitando di piangersi addosso e cercando, ognuno per le sue competenze, di dare qualcosa, nell’interesse collettivo.