Domenica 26 Marzo, aggiornato alle 22:55

La rabbia nella Nurra, il PAI impugnato al Tar?

La rabbia nella Nurra, il PAI impugnato al Tar?

Non accennano spegnersi gli echi del malumore innescato dalla presa d’atto del PAI del consiglio comunale, nella seduta di lunedì. A tenere alto il livello dello scontro soprattutto i comitati della Nurra, e i singoli assegnatari che hanno preso atto che la perimetrazione della zona interessa anche,e soprattutto, i loro terreni. E si mette in evidenza come ci sia stata da parte dell’amministrazione troppa fretta nel portare a compimento e recepire un provvedimento che comunque va a incidere sul futuro di aziende in termini di eventuali migliorie dal punto di vista anche strutturale. E si tiene alta la voce perché si tende a sottolineare che la Nurra di Alghero è stata interessata da una grande opera di bonifica da parte del regime fascista al momento della bonifica, negli anni trenta. Giova ricordare che tutta l’area era paludosa, un immenso acquitrino. Il regime fascista proprio all’atto della bonifica, realizzo’ tutto un reticolo di canali di scolo con il fine di prevedere eventualmente fenomeni importanti dal punto di vista metereologico, ma che comunque, non possono essere ricondotti a quello che nei nostri giorni sta accadendo. L’area soprattutto quella contigua al canale Urune, è finita nella lente d’ingrandimento del tecnico incaricato della redazione del piano di assetto idrogeologico, che ha riconosciuto al canale il compito di dover prevedere eventuali piene in condizioni meteo sicuramente estreme. Parrebbe si sia parlato di una portata di acqua intorno ai 300 m³ al secondo , avversata da parte di coloro che in zona abitano e risiedono, poiché si tende a mettere in evidenza che mai sul loro terreno si sono verificate condizioni meteo estreme, Che mai la zona è stata interessata da inondazioni , che le condizioni metereologiche degli ultimi 30 se non 40 e cinquant’anni mai hanno riversato in quella zona acqua al punto tale da mettere in pericolo le vite delle persone. Le zone classificate come H3 e H4, interessano circa 800 ha e 150 nuclei familiari. E da parte di molti si sta mettendo in campo una strategia tendente a contrastare un piano che a loro dire li danneggia irrimediabilmente. E sommessamente, ma mica tanto, si è fatto riferimento al fatto che si possa impugnare il provvedimento dinanzi al Tar della Sardegna, Perché a loro dire, la lesione di interessi legittimi non può essere prodotto da un provvedimento che palesemente dimostra di essere stato redatto con parametri eccessivamente alti di previsioni di alluvioni, mai viste in quelle zone. Insomma quello che doveva essere un documento preparatorio a tutta la gestione del territorio, prevedendo quello che sul territorio può accadere in condizioni meteo estreme, creando le premesse per la gestione degli assetti idrogeologici, diventa terreno di scontro politico dove le componenti di una parte, quella danneggiata, ritiene di dover subire uno scippo di diritti che invece devono essere riconosciuti. Qualcuno si spinge al punto di affermare che, le cubature eventualmente disponibili in 800 ha sottratti a migliorie, potranno essere spostati su altre aree della nostra città, in un disegno surreale di mera speculazione edilizia.


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