La Torres deve far sognare. La Torres di Sassari non è una squadra qualunque, è un simbolo, è il calcio che rappresenta Sassari. Se alla prima giornata di campionato, dopo la sofferenza iniziale, si sono regolati gli avversari della Kosmoto di Monastir per 2 a 0 è dovuto alla tenacia dei giocatori in campo, alla tensione che mister Cirina’ ha tenuto alta. Da un tifo della curva ammirevole, continuo, caldo. Ma, non tutto e rose e fiori, e tutti nella Torres lo sanno. C’è necessità di aggiustamenti specie in mezzo al campo, dove Carlo Piga da solo non può cantare e portare la croce. E se la difesa regge bene, in attacco bisogna sfruttare al massimo la velocità di Diouf, e Fideli deve avere un supporto in attacco per non rimanere troppo isolato.
Ma, ci sono le basi e gli ingredienti perché la Torres disputi un gran campionato, per vincerlo. Vincere e basta. Questo è l’imperativo, perché è inutile negarlo. La Torres, intesa come società, pubblico e tifo che gli sta dietro, in eccellenza non ci sta a fare niente.
Sassari è una piazza troppo grande per un campionato così piccolo. Sassari e la Torres devono in fretta, diventare la squadra di riferimento di tutta un’area geografica, il nord-ovest, che vuol vedere calcio professionistico di buon livello, vista la decadenza di grandi realtà come Alghero e Porto Torres! La Torres di Sassari dovrebbe essere un progetto, e il primo tassello è proprio la dipartita dall’eccellenza.