A quasi sei mesi dalla approvazione del Disegno di Legge concernente la “Disciplina generale per il governo del territorio” da parte della Giunta Regionale, continua senza sosta il dibattito sulla tutela del patrimonio ambientale della Sardegna e sui risvolti concreti del DdiL.
Oltre ai buoni propositi del Presidente Pigliaru, la Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna ha voluto esaminare con un approccio tecnico e in dettaglio alcuni degli aspetti più critici del Disegno di Legge sull’Urbanistica.
Ancora oggi, ad esempio, si tende ad inchiodare il dibattito sulla fascia dei 300 metri dalla battigia trascurando i tentativi di aggiramento dei vincoli sull’intera fascia costiera la quale, come è noto, è un Bene Paesaggistico ben più esteso dei canonici 300 metri che sono tutelati, peraltro, da disposizioni nazionali molto vincolanti.
Nello specifico, l’articolo A.4 dell’Allegato A del DdiL del 2017 propone un nuovo metodo di calcolo per determinare il fabbisogno di ricettività alberghiera ed extra-alberghiera, nonché di residenze per le vacanze e il tempo libero, nella fascia costiera definita e individuata dal PPR.
Attualmente il calcolo del fabbisogno ricettivo è regolato dalla cosiddetta Legge Salvacoste del 2004 che dimezza la capacità insediativa potenziale prevista dal precedente D. Ass. 2266/U del 1983, noto come Decreto Floris.
Effettuando una prima analisi delle modalità di calcolo del DdiL 2017 con le informazioni esistenti (raccolte nella documentazione scaricabile dal sito della Regione Sardegna) e confrontandolo con quello vigente, è emerso quanto segue:
- L’incremento delle volumetrie disponibili con il nuovo DDL è pari a circa il 20% in più rispetto a quanto ammesso dalla Legge Salvacoste, per un totale di circa 9 milioni di mc riammessi nelle zone F dei comuni costieri.
- Nel caso del Comune di Orosei, il premio volumetrico è di circa 230.899 metri cubi, pari ad un incremento del 22% rispetto a quanto previsto dalla Legge Salvacoste.
- Nel DdiL 2017 viene aperta la possibilità di realizzare “seconde case” nella fascia costiera che “dovranno essere preferibilmente localizzati in contiguità con quelli eventualmente esistenti”, fattispecie esclusa dal PPR se non in ambiti urbani.
Le previsioni del DdiL sembrano in contrasto con quanto definito nel PPR e nella cosiddetta Legge Salvacoste scampata, come si ricorderà, ai tentativi di impedirne l’attuazione (si pensi al fallito referendum promosso da Mauro Pili nel 2008).
Il premio volumetrico attribuito dal DdiL, pari a quasi 9 milioni di mc. appare contraddittorio rispetto agli obiettivi di riduzione del consumo di suolo richiamati in più parti dello stesso DdiL.
Si tratta evidentemente di una prima e speditiva analisi dei potenziali volumi edificabili. Una valutazione dettagliata ed esaustiva dovrebbe essere effettuata dagli uffici dell’Assessorato competente e i risultati dovrebbero essere resi pubblici e messi al centro di un dibattito pubblico sulla fascia costiera e sugli impatti legati ad un potenziale incremento volumetrico.
Foto di repertorio tratta dall’incontro sulla Legge Urbanistica tenutosi ad Alghero