Il filtro di una sigaretta è composto da un materiale chimico sintetico che impiega, per la sua degradabilita’, un lasso di tempo notevole.
Certo turismo cialtrone, lascia attoniti. Capita di stare in spiaggia, in una giornata torrida di questa pazza Estate e cosa noti? Una signora dall’apparente perbenismo, con nonchalance affonda nella sabbia la cicca-filtro della sua sigaretta.
Un gesto che chissà quante volte avrà fatto nel suo peregrinare nelle spiagge algheresi.La nota una vicina di ombrellone, e le ricorda che il “residuo del suo fumare” non si sotterra nella sabbia, ma si porta via e si conferisce in pattumiera. La turista cafona si riprende il tutto e accontenta la richiesta della residente. Ma appena l’algherese si allontana dalla spiaggia “zac”, scatta la vendetta: per terra, o meglio sulla sabbia viene riversato il residuo da fumo, di una intera mattinata. La foto testimonia il tutto. E quando le altre persone si sono accorte del residuo in spiaggia, la turista con famiglia al seguito si era dileguata.
Ora, considerato che lo scempio in spiaggia è stato rimosso dalla sensibilità dei presenti, viene da chiedersi se la colpevole sappia che la cicca-filtro è un rifiuto catalogato inquinante e tossico, e il filtro di una sigaretta, composto da un materiale chimico sintetico impiega per la sua degradabilita’, un lasso di tempo che va dai 5 ai 12 anni. Un inquinamento incredibile messo in piedi da una ignoranza che lascia attoniti. E se del caso, chi dice alla signora cafona che le cicche-filtro delle sue sigarette, con calma, aspettando solo il divenire del tempo, se le ritroverà il suo figliolo, magari quando sarà diventato padre? Già, ma chi glielo dice?